Fare impresa ai tempi del virus

Ripartire a piccoli passi

 

Confesso, mi ci è voluto un po’ per rendermi conto della vastità del problema che stavamo vivendo e che ancora è presente a singhiozzi nelle nostre abitudini, come per tutte le  cose in genere io arrivo un po’ in ritardo. Preoccupanti le conseguenze socio economiche dell’intero paese lo sappiamo, sono mesi che ci penso, ma nonostante tutto cerco di guardare lontano immaginando, non come tutto tornerà, ma quali saranno i cambiamenti da cogliere. Ricordo bene una mattina in particolare, cominciata come tutte le altre mattine, la tv accesa sul tg per sapere gli ultimi drammi e io con il cappuccino davanti, seduta sul divano. In quell'istante cominciai a ricevere una serie di messaggi, uno dopo l'altro… la sartoria che tutt’ora si occupa dei miei abiti, per informarmi della chiusura, il magazzino tessile che non poteva più fornirmi quello che mi serviva, la merceria nemmeno a parlarne. Non ti nascondo che sono rimasta bloccata con lo sguardo fisso, nel tentativo di capire davvero, un po' assente come quando si è nel dormiveglia.  Subito ho pensando a che soluzione trovare, se poteva esserci un modo per arrampicarmi sul vetro dritto e scivoloso che avevo davanti, ma la botta vera, l’ho ricevuta però, quando ho capito che non potevo fare proprio niente! Qualsiasi porta era sbarrata ed erano inutili i miei tentativi di persuasione. Questa situazione per la prima volta non riguardava me, il singolo, ma proprio tutti, nessuno escluso, nessuna differenza di ceto sociale, lavoro, situazione personale, città.

 

Ho capito ora dopo ora, che avrei dovuto rivedere molte cose per la mia semplice sopravvivenza, modificare drasticamente il mio lavoro da li ai prossimi mesi e che forse, sopratutto, non sarei stata pronta ad affrontare tutte quelle incertezze. Non è stato semplice superare le mie paure personali e decidermi finalmente, di aprire un’attività indipendente, in un paese poi, che non è esattamente incoraggiante da questo punto di vista, oggi però, che il peggio sembra essere passato, un intero stato si trova ad affrontare la stessa situazione, ognuno guardando il suo piccolo orticello o grande campo. Questo blog nasce a cavallo di un dramma, in cui le ore  passate a scrivere e a dipingere, erano scandite dal numero dei morti, e dalle ore interminabili di notizie monotematiche alla tv. Nasce, tra i dubbi e tra tutte le perplessità del caso, ma nasce, perchè era ora che lo facesse. Non ti nascondo che quella mattina, davanti alla tv, ho pensato sconvolta, “maddai questo è un segno ”. La preoccupazione sul mio debutto, era quella di sembrare poco rispettosa o empatica davanti alle difficoltà di tutti, rischiando di parlare di cose, che forse non erano molto in linea con lo stato d'animo comune, tante paranoie, che hanno trovato pace, quando ho capito che ricominciare per reagire era l’unico atteggiamento giusto. Non credo nel destino, e me ne sono ricordata li, con quel pensiero e non credo tantomeno in un’entità divina che provvede a sistemare le cose per noi. Credo invece, che come sempre bisogna darsi da fare, sbattersi molto per realizzare e costruire, andare oltre a volte, alle nostre paure comuni e naturali, andare oltre anche ai consigli, alle opinioni altrui, alla nostra visione appannata della realtà. Ti è mai capitato di guidare di notte in mezzo alla nebbia? Io sono per metà Veneta e con la nebbia della campagna, ci ho convissuto parecchio e credimi, in inverno ci sono momenti che ti paralizzano al volante ed è terribile non riuscire a vedere ad un solo metro da te, senza capire dove stai andando e cosa c'è oltre quel metro. Si può solo rimanere rigidi alla guida e con tutti i sensi ben accesi, procedere lentamente e con cautela, sperando che vada tutto bene. Oggi, per coloro a cui è rimasto qualcosa, ci sono i conti da fare, e nuove analisi per il futuro, ma a chi no ha più niente, rimane  tanta delusione da mandare giù. Anche io restando blindata in casa per mesi, come tutti, ho avuto la sensazione di essere sospesa nell’acqua e nel tempo, come quando al mare facciamo il morto a galla, con le orecchie immerse, ascoltando i rumori ovattati. Quei rumori erano i vicini dall'altra parte del muro e la natura che guardavo dalla finestra e che si riprendeva la città deserta, qui in cerca di distrazioni, della risata di un amico, che cercavo nelle video chiamate e con mia madre lontana davanti ad un gigantesco punto interrogativo pensando al domani!

Così, dopo un piccolo pianto liberatorio, in cui ho scaricato giorni e giorni di tensione, ho deciso che avrei ripreso le redini e tagliato quello che appesantiva il mio ramo, per rispettare me stessa e tutto il lavoro fatto nei  lunghi mesi precedenti. Ho rivisto tante cose, ho dovuto pensare più in piccolo, ridimensionare tanto, per potermi rimettere in carreggiata, ma ad oggi credo che non sia stata una revisione poi tanto male. Spero quindi, che condividendo con te, queste sensazioni, potrò essere da oggi in poi, anche io un mezzo di incoraggiamento per te, se sei al volante e non sai cosa fare, una piccola voce, la mia, che si unisce al coro di chi ha voglia di riprendersi e cominciare a correre. 

Quindi sconosciuta, non mi resta che darti il benvenuto, ringraziarti per il sostegno che vorrai darmi e abbracciarti forte, anche se virtualmente! 

 

1 commento

  • Io invece, in passato, in un momento particolarmente duro ho mollato il mio sogno, troppo scoraggiamento…
    Spero in futuro di recuperare. Nel frattempo, brava Giorgia! 💪

    Federica

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